Il mondo della luna, Torino, Avondo, 1760

 SCENA X
 
 BUONAFEDE, poi ECCLITICO
 
 BUONAFEDE
 È poi la mia Lisetta
 una buona ragazza.
445Non è di quelle serve impertinenti
 che quando hanno la grazia del padrone
 vogliono in casa far le braghessone.
 ECCLITICO
 Ehi, signor Buonafede, (Di dentro)
 si puol entrar?
 BUONAFEDE
                              Oh caperi, chi è qui?
450Venite, signorsì;
 cos’è sta novità?
 Qualche cosa di grande vi sarà.
 ECCLITICO
 Compatite s’io vengo
 in quest’ora importuna a disturbarvi.
455Un segno d’amicizia io vengo a darvi.
 BUONAFEDE
 Oh che buona ventura a me vi guida?
 ECCLITICO
 V’è nessun che ci ascolti?
 BUONAFEDE
 No, siam soli, sedete.
 Parlate pur con libertà.
 ECCLITICO
                                             Voi siete
460l’unico galantuomo ch’io stimo ed amo,
 onde vi vengo a usar per puro affetto
 un atto d’amicizia e di rispetto.
 BUONAFEDE
 Obbligato vi son; ma che intendete
 voler dire con ciò?
 ECCLITICO
                                    Vengo da voi
465per sempre a licenziarmi.
 BUONAFEDE
                                                  Oh dei! Per sempre?
 Ditemi, cosa fu?
 ECCLITICO
 Amico, addio. Non ci vedrem mai più.
 BUONAFEDE
 Voi mi fate morir. Ma perché mai?
 ECCLITICO
 Tutto confido a voi. Sappiate, amico,
470che il grand’imperatore
 del bel mondo lunar con lui mi vuole.
 Io fra pochi momenti
 sarò insensibilmente
 trasportato lassù per mio destino
475e sarò della luna cittadino.
 BUONAFEDE
 Come! È vero? Oh gran caso! Oh me infelice,
 se resto senza voi! Ma in qual maniera
 la voce di lassù poté arrivare?
 ECCLITICO
 Là nel mondo lunare
480un astrologo vi è come son io
 che ha fatto un cannocchial simile al mio.
 Congiunti nella cima i cannocchiali
 e levato il cristallo, o sia la lente,
 facilissimamente
485sento quel che si dice in l’altro mondo.
 E col metodo stesso anch’io rispondo.
 BUONAFEDE
 Oh prodigio! Oh prodigio! Ed in che modo
 sperate andar tant’alto?
 Dalla terra alla luna vi è un gran salto.
 ECCLITICO
490Tutto vuo’ confidarvi.
 Dal cannocchiale istesso
 il grande imperatore
 mi ha fatto schizzettar certo licore
 che quando il beverò
495leggiermente alla luna io volerò.
 BUONAFEDE
 Amico, ah! se voleste
 aiutar mi potreste.
 ECCLITICO
                                     E come mai?
 BUONAFEDE
 Schizzettatemi un po’ di quel licore
 che v’ha mandato il vostro imperatore.
 ECCLITICO
500(Eccolo nella rete).
 BUONAFEDE
                                     E poi anch’io
 verrò lassù con voi.
 ECCLITICO
                                      Ma non vorrei
 che se n’avesse a mal sua maestà.
 BUONAFEDE
 È un signor di buon cor, non parlerà.
 ECCLITICO
 Orsù mi siete amico,
505vi voglio soddisfar. Quest’è il licore.
 Giacché non v’è nessuno,
 vuo’ che ce lo beviam metà per uno.
 BUONAFEDE
 E poi come faremo?
 ECCLITICO
 E poi ci sentiremo
510sottillizzar le membra in forma tale
 che andremo in su, come se avessim l’ale.
 BUONAFEDE
 Beverei ma non so...
 Sono fra il sì ed il no.
 ECCLITICO
 Compiacervi credevo;
515se pentito già siete, io solo bevo. (Finge di bevere)
 BUONAFEDE
 Non lo bevete tutto
 per carità.
 ECCLITICO
                      Tenetemi, che ormai
 mi sembra di volare. Oh me felice!
 Oh singolar fortuna!
520Or or sarò nel mondo della luna. (Straluna gli occhi)
 BUONAFEDE
 Cos’avete negli occhi?
 Parete spiritato.
 ECCLITICO
 Dallo spirto lunar son invasato,
 addio. Vado.
 BUONAFEDE
                          Fermate.
525Voglio venir anch’io.
 ECCLITICO
                                        Ecco, tenete
 il resto del licor dunque e bevete.
 BUONAFEDE
 Ma le figliuole mie? Ma la mia serva?
 ECCLITICO
 Quando saremo là
 grazia per esse ancor s’impetrerà.
530Vado, vado.
 BUONAFEDE
                         Son qui. Bevo, aspettate. (Beve)
 ECCLITICO
 (Bevi, buon pro ti faccia.
 Io bevuto non ho. Fra pochi istanti
 dal sonnifero oppresso e addormentato
 crederà nella luna esser portato).
 BUONAFEDE
535Ecco bevuto ho anch’io.
 Mondo, mondaccio rio,
 per sempre t’abbandono.
 Uomo sopralunar fatto già sono.
 Oimè sento un gran foco!
 ECCLITICO
540Soffrite. A poco a poco
 tramutar sentirete
 tutte le vostre membra e goderete.
 BUONAFEDE
 Par che mi venga sonno.
 ECCLITICO
                                               Ecco l’effetto
 che fa il licor perfetto.
 BUONAFEDE
545Non posso star in piedi.
 ECCLITICO
                                              Accomodatevi. (Lo fa sedere)
 State pronto a salire e consolatevi.
 BUONAFEDE
 Mi sembra di volar.
 ECCLITICO
                                       Lo credo anch’io.
 BUONAFEDE
 Caro Ecclitico mio,
 ditemi, dove sono? In terra o in aria?
 ECCLITICO
550Vi andate a poco a poco sollevando.
 BUONAFEDE
 Mi vo sottilizzando.
 Ma come uscir potrem da questa stanza?
 ECCLITICO
 Abbiamo in vicinanza
 un ampio finestrone.
 BUONAFEDE
555Vado, vado senz’altro.
 ECCLITICO
                                          (Oh che babbione!)
 BUONAFEDE
 
    Vado, vado, volo, volo.
 
 ECCLITICO
 
 Bravo, bravo, mi consolo.
 
 BUONAFEDE
 
 Dove siete?
 
 ECCLITICO
 
                         Volo anch’io.
 
 BUONAFEDE, ECCLITICO A DUE
 
 Addio mondo, mondo addio. (Escono Clarice e Lisetta)
 
 CLARICE
 
560Caro padre, cosa c’è?
 
 LISETTA
 
 Padron mio, che cos’è?
 
 BUONAFEDE
 
    Vado, vado, volo, volo.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 Dove, dove?
 
 ECCLITICO
 
                          Oh che fortuna!
 
 BUONAFEDE
 
 Vo nel mondo della luna.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
565Muore, muore, oimè che muore!
 
 BUONAFEDE
 
 Oh che gusto! Oh che diletto!
 
 ECCLITICO
 
 Viva, viva, oh che fortuna!
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 Muore, muore.
 
 BUONAFEDE
 
                               Cara luna,
 vengo, vengo, vengo a te. (S’addormenta)
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
570   Muore, muore, presto, presto.
 Qualche spirto troverò.
 Presto, presto tornerò. (Partono)
 
 ECCLITICO
 
    Il bon sonnifero
 gli offusca il cerebro.
575Portar dagli uomini
 via lo farò.
 
    Fabrizio, Prospero, (Vengono due servi)
 su via prendetelo
 e là portatelo
580nel mio giardin. (Portano via Buonafede)
 
    Le donne tornano
 e si disperano,
 perché già credono
 morto il meschin. (Tornano Clarice e Lisetta)
 
 CLARICE
 
585   Povero padre, ahi che morì!
 
 LISETTA
 
 Ahi, che di vivere tosto finì!
 
 ECCLITICO
 
 No, non piangete, non è così!
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 Ahi, che di vivere tosto finì!
 Ahi, che tormento, ahi che morì!
 
 ECCLITICO
 
590Fe’ testamento, eccolo qui.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 Ahi, che tormento, ahi che morì!
 
 ECCLITICO
 
    «Lascio a Clarice seimila scudi,
 se di sposarsi risolverà».
 
 CLARICE
 
 Era mortale, questo si sa.
 
 ECCLITICO
 
595   «Lascio a Lisetta cento ducati,
 quando il marito ritroverà».
 
 LISETTA
 
 Era assai vecchio, questo si sa.
 
 ECCLITICO
 
    Povero vecchio, più nol vedrete!
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 Ahi, che tormento che voi mi date.
 
 ECCLITICO
 
600Pronta è la dote, se la volete.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 Mi fate ridere; mi consolate.
 
 A TRE
 
 Viva chi è vivo; chi è morto è morto.
 Dolce conforto la dote sarà.
 
 Fine dell’atto primo