Il mondo della luna, Torino, Olzati, 1757

 SCENA II
 
 FLAMINIA, CLARICE e detta
 
 FLAMINIA
 (Divertiamoci un poco). (A Clarice)
 CLARICE
                                                (È tanto sciocca
1235che il sognato piacer si gode in pace).
 FLAMINIA
 (Facilmente si crede a quel che piace).
 LISETTA
 (Che dicono? Che fanno?
 All’uso femminil mormoreranno).
 FLAMINIA
 Signora, mi consolo
1240della vostra fortuna.
 LISETTA
                                       Vi ringrazio.
 CLARICE
 Me ne consolo anch’io.
 Viva vostra maestà.
 LISETTA
                                       Ragazze, addio.
 FLAMINIA
 Si ricorda, signora,
 quand’era nostra serva?
 LISETTA
                                               State zitta.
1245Del nostro primo mondo mi scordai,
 come se non ci fosse stato mai.
 CLARICE
 Quest’è l’uso comune;
 chi sorte ha migliorato
 non si ricorda più del primo stato.
 LISETTA
1250Come vi piace il mondo della luna?
 FLAMINIA
 È bello, è bello assai.
 LISETTA
                                        Sediamo un poco.
 CLARICE
 Lei ci fa tropp’onore.
 LISETTA
 Sì sì, vi voglio far questo favore.
 FLAMINIA
 (È ridicola invero).
 CLARICE
                                      (Io me la godo).
1255Mi favorisca, lei
 è provveduta ancor di cicisbei?
 LISETTA
 Oh che diamine dite!
 Oggi ho preso marito.
 CLARICE
                                           In questo mondo,
 per quel che m’hanno detto,
1260insegna della luna il galateo
 esser posto in uso il cicisbeo.
 FLAMINIA
 Quest’è comune usanza;
 e saria il non averlo un’increanza.
 LISETTA
 Ma il marito?
 CLARICE
                            Il marito,
1265fra’ lunatici umori il più corrente,
 tacerà, soffrirà, non dirà niente.
 FLAMINIA
 Il lunar cicisbeo,
 pria che siate levata,
 verrà bever da voi la cioccolata.
 LISETTA
1270E il marito?
 CLARICE
                         E il marito
 col medesimo gioco
 andrà a beverla anch’egli in altro loco.
 LISETTA
 Ma io, che son novella,
 trovarmi non saprei
1275di questi cicisbei.
 CLARICE
                                   Fate così;
 ditelo al vostro sposo.
 Un marito amoroso
 alla moglie prudente
 trova egli stesso il cavalier servente.
 
1280   Un parigin che serva
 per mera civiltà
 col suo servir conserva
 le leggi d’onestà.
 Guardatevi da quelli
1285che voglion comandar.
 Già so che m’intendete.
 Né voglio mormorar.
 
    Vi basti un solo laccio
 che è quel del vostro sposo.
1290Fuggite il duro impaccio
 d’un cicisbeo geloso.
 Se docile è il servente,
 si puole sopportar
 ma quando è impertinente,
1295si manda a far squartar.