Lugrezia romana in Costantinopoli, Venezia, Valvasense, 1737

Vignetta Frontespizio
 SCENA IV
 
 ALBUMAZAR, COLATINO nascosto
 
 Albumazar
 Se posso far a meno
530non voglio usar contro costei la forza.
 Alle cotante deità sognate
 dai gentili Romani
 una ne aggiungerò colle mie mani.
 Ma oimè mi par sentir
535le budelle in tumulto,
 più resister non posso,
 i faggiuoli m’han fatto il ventre grosso.
 Io so ch’in questa stanza
 vi è un ripostiglio... È questo,
540affé che l’ho trovato. (Apre e trova Colatino)
 Ahimè! M’ho quasi mezo spiritato.
 Che diavolo fai qui?
 Colatino
                                        (Finger conviene).
 Al licet o signor io ero andato
 e mi son colà dentro addormentato.
545Presto vanne ancor tu, la dilazione
 ti potrebbe causar qualche gran doglia.
 Albumazar
 M’hai fatto pel timor scapar la voglia.
 Odi; al tempio anderai
 e colà il tuo destin tu saperai.
 Colatino
550Ahi prevego il mio danno,
 la beltà della moglie è un gran malanno.
 
    Che crude fiere doglie
 lasciar la cara moglie
 in man di genti ingrate,
555mariti, se ’l provate,
 ditelo voi per me.
 
    Di questo fier dolore
 non v’è duolo maggiore,
 pena maggior non v’è.