Lugrezia romana in Costantinopoli, Venezia, Valvasense, 1737

Vignetta Frontespizio
 Lettore,
    parerà strano ch’io voglia far andar in Costantinopoli Lugrezia romana, la quale morse tanti secoli prima che sorgesse il turco impero. Ma riflettendo che oggi il poeta può farsi l’argomento a suo modo, verrà ben intesa questa mia licenza poetica. Lugrezia stessa nella scena VIII dell’atto primo fa il suo argomento, narra come giunse in Costantinopoli e rende ragione come si trovi in vita malgrado l’invalsa opinione che ella di propria man si uccidesse. Così di Colatino e di Mirmicaina è sparso per il dramma il loro argomento, onde sollevo il lettore dal tedio di prima leggerlo e me dall’inutile fatica d’estenderlo. Nelli epissodi troverà taluno delle stravaganze e ciò renderà più qualificato il componimento. Il fine è particolare, mentre ad un luto universale succede un pieno giubilo inaspettato, cosa che ho veduto praticarsi con grande applauso. Vi saranno delle cose improbabili ma quando siano possibili non sono da criticarsi, altrimenti poveri drammi! Poveri poeti! Insomma questo è un dramma fatto per ridere; ma chi vuol ridere vada a vederlo rappresentare.