La fondazion di Venezia, Venezia, Valvasense, 1736

Vignetta Frontespizio
 AZIONE SECONDA
 
 DORILLA e NISO
 
 Dorilla
210Niso, quanto me piase
 sta to semplicità.
 Niso
                                  Mo via, Dorilla,
 vame a cata dei vermi int’el paluo,
 pesta dei granzi e fa’ della pastella;
 gh’ho voggia in sta zornada
215de far una bellissima pescada.
 Dorilla
 Cossa me donerastu?
 Niso
                                          Ti è parona
 de tutto quel che chiappo.
 Te piase i paganelli?
 Te piase i go da latte?
220I bottoli da bon o pur le cappe,
 frutti de sto paltan.
 Dorilla
 Tutto riceverò dalle to man.
 Ma dime, caro coccolo,
 ti ha da esser stasera mio mario
225e gnanca ti me vardi? In sta maniera
 ti tratti chi per ti sbasisce e muor?
 Niso
 Mo coss’hoggio da far?
 Dorilla
                                            Farme l’amor.
 Niso
 Ma no sastu che mi no me ne intendo?
 Insegneme Dorilla
230cossa che xe st’intrigo.
 Dorilla
 Via te l’insegnerò; fa’ quel che digo.
 Voltete in qua; vardeme fissa in viso;
 storzi un pochetto il collo.
 Niso
 Cusì?
 Dorilla
              Bravo; suspira.
 Niso
235Ahi!
 Dorilla
            Pulito; su via fame d’occhietto.
 Niso
 Cusì?
 Dorilla
              Giusto cusì caro visetto.
 Quando che ti me vedi
 fa’ sempre in sta maniera.
 El resto po te insegnerò stasera.
 
240   Qual cocaletta
 che a pelo d’acqua
 va svolazzando,
 pietà cercando
 dal so cocal,
 
245   da ti mi cerco
 caro tesoro
 qualche ristoro
 per el mio mal. (Parte)