Metrica: interrogazione
160 tronchi in Il signor dottore Venezia, Fenzo, 1758  (pezzi chiusi) 
io vi vogl’essere buon servitor
che è capace di dire e di far.
qual dev’esser il dialogo in tre.
Messer Beltrame si pentirà». (Parte)
rosa nel volto, giglio nel sen.
so colle donne quel che convien.
Siete l’eclitica del ciel d’amor,
siete il barometro di questo cor.
che mi ha ferito nel seno il cor
dall’illustrissimo signor dottor.
non si fa niente senza il dottor.
quando l’ha detto prima il dottor.
son la sorella di un gran dottor. (Parte)
faccio il mio debito qual si convien.
col nuovo titolo ch’io porto in sen.
abbiam che fare, potete andar. (A Rosina)
S’ei lo permette, si può restar. (A Rosina)
(Non è ancor tempo di principiar).
   In questa camera la vuo’ pigliar.
E a quanti siamo s’ha da portar.
non si può dar. (Fabrizio con alcuni servitori che portano cinque tazze di cioccolata)
vuol seguitar. (Portano i bicchieri col vino a tutti)
fuori di qua. (A Fabrizio, a Rosina)
                      Via di qua.
                          Il so.
                                Ah no.

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