Metrica: interrogazione
213 tronchi in L'isola disabitata Venezia, Fenzo, 1757  (pezzi chiusi) 
Goder la pace, la libertà! (Tutti partono)
cicche ciacche qua e là. (Gli uomini principiano a tagliare gli alberi)
cicche ciacche qua e là. (Gli uomini seguono a tagliare e s’internano nel bosco)
vien quest’alma a rintracciar.
mi voglio provar). (Da sé indi parte)
ridente ancor. (Parte con alcune guardie)
   Povere donne, che s’ha da far?
Tutti non cercano che d’ingannar.
   Uomini ingrati, senza pietà.
Perfidi mostri d’infedeltà. (Parte)
dell’acquisto di nuova beltà.
quel che ho detto da tutti si sa.
Lo vuo’ scannar. (Contro Panico)
traditore, ti voglio sbranar. (Parte. Panico di quando in quando si avanza ad ascoltare e si ritira tremante)
mi fa tremar. (Entra nel padiglione)
   Oh che pena, che tenero amor!
dall’amore non posso più star.
(Che la testa ti possa cascar). (Da sé e parte)
zitti zitti li vedi scappar. (Parte)
Baracca papagà. (Verso degli altri mostrano che queste parole siano complimenti chinesi)
(Chi diavolo il sa). (Piano a Carolina)
Timpana là, timpanaccà. (Corispondono con simili complimenti)
(Io no in verità). (Piano a Valdimonte. Tornano a far alcune cerimonie, colle quali Carolina si accosta a Valdimonte e Giacinta a Garamone e Panico nel mezzo)
   Barona caccà. (A Valdimonte)
Caro bella caraccà. (Cantando e facendo le solite ceremonie partono)
presto presto voglio andar. (Parte)
   Eccomi qua, (S’inginnochia)
   Quand’è così. (Vuole alzarsi)

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