Metrica: interrogazione
213 ottonari in La mascherata Venezia, Fenzo, 1751 
   Mascherato ch’io sarò,
Star lontano... oibò, oibò.
   Ahi che pena, ahimè che imbroglio!
E fra il voglio ed il non voglio
che mi dai sì gran tormenti.
dal guardarle, dall’amarle...
Quel ch’io dica più non so.
   Idol mio, donato ho il core
V’amo, o cara; ognor v’amai
   Ma la fiamma allor che splende
   No, non v’è maggior diletto
d’un fedele, onesto affetto;
   Sol m’alletta, sol mi piace
son due anni ch’io tormento,
quel ch’io soffro, quel ch’io sento
   Vo penando, vo smaniando
   Donne belle che pigliate,
   «Io vi voglio tanto bene».
«Per voi, caro, vivo in pene».
Quanto affetto! Mio diletto!»
   Vo pensando col cervello
Fra l’incudine e il martello
   Resto o vado in fretta in fretta?
   Parto? Taccio? O pur ragiono?
Sono ancor fra il sì ed il no.
quando il suon del campanello
   Zitto zitto il cor mi parla,
   La stagion del carnovale
   Chi ha denari se li spende;
chi non ne ha ne vuol trovar.
E s’impegna e poi si vende,
   Qua la moglie e là il marito,
ognun corre a qualche invito,
chi a giocare e chi a ballar.
   Par che ognun di carnovale
   Viva dunque il carnovale
che fa i cuori giubilar. (Fatto il giro e cantato il baccanale, tutti scendono dal carro, il quale si fa tirrar indietro)
   Pastorella vaga e bella,
   Dolce affetto che nel petto
mi fa il core giubilar. (Entrano nell’albergo)
   Vu sé bello e sé grasseto,
   Bel goder contento in pace,
   D’imeneo la chiara face
vuo’ sperar vi renda ancora
   Con occhiate e con inchini
   So che voi m’intenderete
ma un po’ tardi l’ho imparata.
Più non v’è da regalar».
   Ahi mi sento che il tormento
   Dite il ver, m’amate voi?
   Ma, Lucrezia, questo poi...
V’amo, o cara, e v’amerò.
   Bel piacere al cor mi sento.
Più tormento in sen non ho! (Partono)
   Vada pur, non so che dire;
starò cheto e soffrirò. (Viene Vittoria mascherata in dominò, la quale accompagnando coi gesti il suono dell’orchestra mostra essere inamorata di Beltrame)
   Mascheretta, non v’intendo
che il mio bel v’innamorò. (Viene Lucrezia dall’altra parte mascherata come Vittoria e con cenni simili fa lo stesso)
   Mascheretta, siete amante
Tutte due vi servirò. (Leandro e Menichino mascherati al suono dell’orchestra vengono verso Beltrame)
   Miei signori, a voi m’inchino. (Leandro e Menichino fanno cenni coi quali lusingano Beltrame)
tutte due vi servirò. (Tutti si levano la maschera e ridono e Beltrame resta attonito)
                              Eccola qui.
                            Eccolo lì.
                      Signorsì.
                              Va così?
   Riverenza; piè in cadenza;
   Quando il core balza in petto,
   La mercé d’un lungo pianto
   Per contar non v’è un mio pari,
   Va mia moglie da sua madre?
Eh che questa è un’opinione.
che mi fa brillare il cor. (Parte)
   Scendi Amor nel carro aurato
   La cornetta e il cornettone,
   La cornetta e il cornettone,
   Scendi Amor nel carro aurato

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