La bella verità, Bologna, Sassi, 1762

Vignetta Frontespizio
 LA BELLA VERITÀ
 
 
    Dramma giocoso per musica di Polisseno Fegeio, pastor arcade, da rappresentarsi nel teatro Marsigli Rossi nell’estate dell’anno 1762, dedicato al nobiluomo ed eccelso signore il signor marchese e senatore Francesco Albergati.
    In Bologna, per il Sassi successore del Benacci, con licenza de’ superiori.
 
 
 Nobile ed eccelso signore,
    giacché degnato vi siete, nobile ed eccelso signore, di accordare all’impresa nostra la vostra benignissima protezione, da cui ne abbiamo riportato onore, benefizio e vantaggio, vorremmo in qualche maniera dimostrarvi il nostro ossequiosissimo riconoscimento né sappiamo in qual altra maniera poterlo fare, se non se dedicandovi questo nuovo dramma che sotto i vostri auspici fu scritto ed ora al pubblico viene esposto. Scarsissima è l’offerta nostra al merito grande di voi, nobile ed eccelso signore, ma pure ci lusinghiamo che l’aggradirete, sendo opera di un autore da voi amato e protetto e che unicamente per venerazione ai vostri comandi si è qui trattenuto ed ha il libretto composto. Ecco un’altra ragione che ci stimola a tale offerta, dovuta a voi solamente, come unico mezzo che ci ha procurato, in mancanza di libri nuovi, un libro fatto per noi. Niuno certamente può dubitare se sia o non sia questo dramma precisamente per la nostra impresa composto. Egli ha per titolo La bella verità. L’autore si è divertito sul vero; ha unito in una semplicissima azione vari fattarelli verissimi, si è servito di caratteri veri e, col pretesto di lavorare sul vero, ha risparmiata la fatica d’inventare e d’immaginare. Non ha risparmiati gli attori nostri; non ha forse risparmiati noi stessi ma di buon cuore gli si perdona, poiché trattando da galantuomo ha posto in iscena anche sé medesimo e non ha avuto riguardo di farsi da sé stesso la critica. Il pensiere è nuovo, è stravagante, è bizzarro; desideriamo che piaccia al pubblico; e se avrà la fortuna d’incontrare e di condur la gente al teatro sarà per noi il più bel libro di questo mondo. Ci raccomandiamo pertanto umilmente a voi nobile ed eccelso signore, onde coll’esempio vostro nella generosa frequenza di onorarci alle nostre rappresentazioni ci faccia godere sempre più gli effetti dell’autorevole vostra protezione. Se mai in questa supplica si ravvisasse il nostro interesse, sarà per non staccarci dal titolo del libretto. Voi nobile ed eccelso signor marchese, che fra le innumerabili vostre virtù avete quella di amare la verità e di preferirla ad ogni umano riguardo, non isdegnarete che noi pure diciamo sinceramente il nostro umilissimo desiderio e ci permetterete begninamente che possiamo con profondissimo ossequio soscriverci di voi nobile ed eccelso signore umilissimi, ossequiosissimi, obbligatissimi servidori.
 
    Gl’impresari
 
 
 PERSONAGGI
 
 PETRONILLA donna seria
 (signora Teresa Pasi)
 LUIGINO uomo serio
 (signor Giuseppe Pasqualini)
 ANGIOLINA prima buffa
 (signora Catterina Ristorini)
 LORAN GLODOCI poeta
 (signor Michele Del Zanca)
 ROSINA seconda buffa
 (signora Chiara Blondi)
 TOLOMEO NATTAGESSI impresario
 (signor Lodovico Felloni)
 CLAUDIO parte buffa
 (signor Giovanni Battista Ristorini)
 
    La musica è del celebre signor Nicolò Piccini, maestro di capella napolitano. La scena si rappresenta in Bologna.
 
 
 LI BALLI
 
    Sono d’invenzione e direzione di monsieur Martain, eseguiti dalli seguenti: signora Anna Ricci, monsieur Martain suddetto, signora Elisabetta Radicati, signor Gaetano Paccini, virtuoso di sua altezza serenissima la signora duchessa di Massa di Carrara, ereditaria di Modena, signora Stella Bicochi, signor Gaspare Burci, signora Giustina Castelli, signor Francesco Paccini, signor Francesco Caseli che balla nel terzetto.
    Figuranti: signora Maria Minghetti, signor Bartolomeo Ruggieri, signora Veronica Cochi, signor Giovanni Marcucci.
    Il vestiario sarà proprio e decoroso del signor Bortolo Ganassetti.
 
 
 MUTAZIONI DI SCENE
 
    Nell’atto primo: camera accomodata per la prova d’un’opera.
    Nell’atto secondo: camera nell’albergo di Lorano; camera di Angiolina con clavicembalo; camera delle prove; sala comune.
    Nell’atto terzo: camera; sala; altra sala.
 
 
 PROTESTA
 
    Tutto ciò che non è conforme ai veri sentimenti della santa romana chiesa cattolica è solo puro scherzo di poesia e non sentimento dell’autore che si dichiara vero cattolico.