Statira, Venezia, Rossetti, 1741

Vignetta Frontespizio
 STATIRA
 
 
    Dramma per musica del dottor Carlo Goldoni da rappresentarsi nel teatro Grimani di San Samuele nella fiera dell’ascensione l’anno 1741, dedicato a sue eccellenze li signori marchesi Giovanni Battista Negroni e Pier Francesco Grimaldi, patrizi genovesi.
    Venezia, per Marino Rossetti, con licenza de’ superiori.
 
 
 Eccellenze,
    prevenendo la fama il vostro arivo a questa serenissima dominante in una congiontura sì lieta, non ho dovuto dispensarmi dal debito di rimarcare colla publica stampa il piacere che da voi e dalle vostre nobilissime dame è per ricevere questa illustre città, onde al vostro arrivo in Venezia, eccellentissimi signori, troverete il vostro ossequiato nome sopra di questo dramma che deve qui essere lo spettacolo del maggior diletto in questa amena stagione. Con ciò vengo ad areccare all’autore del dramma stesso gloria ed onore, dedicando questa sua novella fatica a due cavalieri di sangue sì illustre, di nobiltà sì antica, di fortune sì riguardevoli, di virtudi sì esimie ed ambi figli di una sì gloriosa republica, li quali colle loro nobilissime spose vengono a godere delli cospicui divertimenti di questa fiera. Spero altresì non ispiacere alle eccellenze vostre, dedicandovi un’opera di persona che, avendo il grand’onore di servire la repubblica vostra, dipende ancora dal vostro autorevole cenno. Io però più di tutti felice chiamar mi posso per una sì fortunata occasione, colla quale mi procurai il grand’onore di rassegnare all’eccellenze vostre l’ossequiosa servitù mia, protestandomi col più umile e riverente rispetto di vostre eccellenze devotissimo, obbligatissimo ed umilissimo servitore.
 
    Domenico Lalli
 
    Venezia, li 10 maggio 1741
 
 
 ARGOMENTO
 
    Dario re di Persia, detto il Giusto, sposò in seconde nozze Statira, da cui anche ebbe un figlio, Dario parimenti chiamato, erede della corona. Ebbe Dario del primo letto una figlia, chiamata Rosane, a cui destinato aveva in isposo Arbace suo nipote, ma morendo egli prima che si effettuasse un tal imeneo e mentre Arbace guereggiava contro degl’Abelliti ribelli, raccomandonne l’adempimento a Statira, da lui lasciata sovrana nel regno sino che ad età capace di reggere gionto fosse il piciolo Dario. Era Statira segretamente accesa d’Arbace e, se vivente il marito non ardì d’alimentar questa fiamma, ora colla di lui morte trovossi violentata a farlo da una passione che si rendeva in essa meno colpevole. Contrasto però faceale il rimorso di tradir Rosane, onde, confidato il suo cuore ad Artabano grande del regno, sperando averne da esso ottimi consigli in soccorso della sua virtù, fu anzi da lui precipitata, mentre, per l’amore ch’egli portava a Rosane e per la speranza di conseguirla per questa via, consigliò anzi Statira a palesar il suo foco e ad involare alla figlia lo sposo; poco Rosane poteva piagnere per una tal perdita, avendo il suo cuore preoccupato da un’altra segreta fiamma in favor di Learco, più tenero nipote di Dario, ma la sua virtù ed alterezza le faceva anteporre il decoro all’affetto, onde ostentava l’obbedienza al decreto del padre ad onta della sua passione.
    Per opera di Artabano si svelarono finalmente gl’arcani di queste donne, sperando egli che, se Rosane d’Arbace non fosse, sua sarebbe divenuta senz’altro ma s’ingannò, poiché Arbace sposò Statira, Rosane sposò Learco ed egli restò deluso, solito premio de’ traditori. Ecco fatta pertanto d’una storia una favola, tanto più addatata alla corrente stagione quanto più breve.
    La scena si finge in Persepoli città reale di Persia.
 
 
 MUTAZIONI DI SCENE
 
    Atto primo: attrio regio; giardino nella regia.
    Atto secondo: logia terrena corispondente alla piazza; appartamenti.
    Atto terzo: salla terrena; luogo magnifico.
    Le scene sono d’invenzione e direzione del signor Antonio Joli servidor attuale di sua altezza serenissima di Modona.
 
 
 ATTORI
 
 STATIRA vedova di Dario
 (la signora Antonia Cerminati)
 ARBACE principe di Persia
 (il signor Giovanni Manzoli)
 ROSANE figlia di Dario ma non di Statira
 (la signora Bortola Gallo)
 LEARCO capitano della guardia reale
 (il signor Filippo Elisi)
 ARTABANO grande del regno
 (la signora Catterina Bregonzi, virtuosa di camera di sua altezza serenissima Eleonora di Guastalla principessa vedova di Toscana)
 
    La musica è del signor Pietro Chiarini bresciano. Il vestiario è del signor Nadal Canciani.